LA FAMIGLIA
Ferdinando Pica-Alfieri nacque a Milano il 24 novembre 1906 da Fabio e Savina Pieroni.
Il padre, di antica famiglia patrizia di L’Aquila, si considerava dei Marchesi Pica-Alfieri, titolo che un ramo della famiglia aveva acquistato con il possesso di terre marchionali. Fabio ebbe, accanto a Ferdinando, la figlia Anna Maria, poi maritata Dumoulin.
Ferdinando sposò a Milano Laura Raja, nata il 26 luglio 1904 da un’antica famiglia siciliana.
Laura e Ferdinando non ebbero figli: Laura era in stretto contatto con la sorella Dina, andata sposa al pittore Gianni Colognese, un buon pittore italiano ch’era stato vicino ai pittori del Novecento parigino. Anche Dina non ebbe figli. Ferdinando ospitò i cognati, anche se non aveva particolare intesa con Gianni Colognese, che morì in età avanzata, prima di Laura, mentre Dina sopravvisse di poco anche a Ferdinando.
VITA PROFESSIONALE
Il padre di Ferdinando aveva fatto studiare al figlio chimica, ma Ferdinando passò al ramo assicurativo e si fece un nome.
Riteneva d’aver per primo introdotto in Italia il brokeraggio assicurativo. Aveva una clientela di primordine e si sforzava in modo per nulla burocratico ma con visione moderna di soddisfarne i bisogni assicurativi, anticipando i tempi. Aveva acquistato, con Laura, due piccoli appartamenti di vacanza nella Villa dei Cipressi, a Castagnola, dove veniva spesso; vivendo contemporaneamente con la moglie all’hotel Splendide.
SPORT E PASSIONI
Da giovane Ferdinando era stato sportivo; amava la natura, la montagna, il nuoto, il tiro a segno.
L’amore per gli animali lo fece desistere dalla caccia, si appassionò alle sue tenute, alle piante, ai fiori, al parco della sua villa all’Alpino, di cui aveva molta cura, cercando di ambientarvi anche qualche pianta rara.
Praticava assiduamente il golf e fu tra i fondatori e sostenitori del Golf Club di Barlassina, contribuendo fortemente all’acquisto dei terreni di quel sodalizio.
A Castagnola, dove acquistò la villa La Vallée, fece progettare il giardino dal noto architetto paesaggista Porcinai: fece piantare splendidi rododendri rosa e tenne nelle serre (che aveva fatto ricostruire) orchidee rare, che faceva venire dalla Francia.
L’ESPATRIO IN SVIZZERA
Negli anni Settanta, il dott. Pica-Alfieri si trasferì a Lugano.
Serie ragioni e timori fecero desiderare al dott. Pica-Alfieri la sicurezza d’una terra svizzera di lingua italiana, nell’idilliaca regione dei laghi prealpini; dopo aver acquistato un appartamento di vacanza, ove si recava spesso la moglie, si decise a chiedere il permesso di dimora a Lugano per venirvi ad abitare stabilmente.
Cedette l’agenzia di brokeraggio assicurativo ad una società, restando però vita durante Presidente del Consiglio della ditta.
L’istanza di dimora fu per lui allora introdotta da un fiduciario, che non la portò a compimento. Comuni amici portarono allora il dott. Pica Alfieri dagli avv. Masoni, di cui rimase affezionato cliente per il resto della sua vita. La dimora gli fu accordata il 15 settembre 1974. Prese dapprima residenza negli appartamenti in Villa dei Cipressi e all’Albergo Splendide.
Ferdinando cercò subito di trovare a Castagnola una Villa per farne la sua residenza. Era molto esigente, passò parecchio tempo prima di trovare ciò che veramente gli piacesse. Oltre un anno dopo ottenuta la dimora, passando per Via San Giorgio, a Castagnola, vide alla cancellata della Villa La Vallee di Castagnola il cartello “Vendesi”.
IL PERIODO LUGANESE
Ferdinando e la moglie abitavano soprattutto qui, nella Villa.
passavano fino a un mese a Stresa nella Villa L’Alpino, sul colmo del colle, con splendida vista sul Lago Maggiore e altrettanto in un appartamento in Costa Azzurra, non lontano dal porto in cui era ancorato il loro yacht, Moon Goddess. Assenze che con il passar degli anni si fecero sempre più brevi.
Accanto agli amici e al medico milanese, erano entrati nella vita dei coniugi i nuovi amici luganesi, Rino Pessina, direttore del Credito Svizzero, gli avv. Masoni-Fontana, i medici prof. Tiziano Moccetti, dott. Francesco Beretta Piccoli, il geriatra dott. Franco Tanzi.
I coniugi passarono a Lugano una quindicina d’anni felici, turbati alla fine dalla malattia della moglie, che morì il 17 maggio del 1991. L’aggravarsi dello stato di Laura fu, per Ferdinando, motivo di grave preoccupazione: con l’aiuto del Prof. Tiziano Moccetti, fece attrezzare la casa con il necessario per evitare che la moglie dovesse venir ricoverata in Ospedale. La morte di Laura fu per lui un trauma.
Alla moglie il dott. Pica Alfieri, che aveva a Milano e a L’Aquila tombe di famiglia, ne fece costruire nel Cimitero di Castagnola una, con un monumento dello scultore Soldini. Vi si trovano ora le spoglie di entrambi; il Cimitero è su un punto della collina di Castagnola da cui si ha vista analoga a quella della Villa che ospitò i due coniugi.
La Fondazione ha cura del monumento a ricordo dei suoi fondatori.